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CANON CINEMA EOS PER RACCONTARE L’EMOZIONANTE DOCUMENTARIO “RITORNO ALL’EDEN PERDUTO” DIRETTO DA ADRIANO ZECCA

Era il luglio del 1969 quando il regista Adriano Zecca, allora 24enne fotografo di moda, scriveva “Dopo una burrascosa traversata su un malandato peschereccio locale sono approdato alla sospirata isola di Siberut, nell’arcipelago delle Mentawai, 90 miglia a ovest di Sumatra, Indonesia”.

Annotazioni di campo sul quaderno di viaggio che testimoniano l’incredibile avventura in uno dei luoghi più misteriosi e meno conosciuti della Terra. Quell’esperienza straordinaria, a contatto con una popolazione indigena quasi del tutto incontaminata, avrebbe segnato anche l’inizio della sua attività come documentarista.

Dopo mezzo secolo di viaggi e lavoro, a coronamento di una carriera che lo ha portato negli angoli più remoti del mondo, una domanda continua a perseguitare Adriano: che ne sarà stato di quella piccola isola, Siberut, e degli “uomini fiore” che la abitavano?

Sulla scorta di questa riflessione è nato oggi un documentario che racconta l’incanto di un’isola remota al largo di Sumatra: “Ritorno all’Eden Perduto”, girato con tecnologia Canon Cinema EOS in abbinamento alla videocamera XC15.

Le attrezzature sul campo

Nel luglio del 2019 prende le mosse il documentario, co-prodotto con la Televisione Svizzera Italiana e girato con la videocamera EOS C300 Mark II. Il direttore della fotografia, Eloy Zecca, ha scelto questa soluzione per filmare il ritorno del padre nel villaggio, coinvolgendo la famiglia intera: il fratello antropologo e la madre pittrice. Nel sottolineare i vantaggi della tecnologia Canon, Eloy mette in evidenza i principali motivi della scelta di questo modello praticità, versatilità e compattezza del corpo macchina.

“E’ stato un viaggio molto complicato viste le particolari condizioni meteorologiche. Calore estremo e tasso di umidità altissimo hanno messo alla prova EOS C300 Mark II che è stata sempre all’altezza delle mie esigenze assicurandomi tutto il materiale di cui avevo bisogno”. Ha commentato Eloy che ha apprezzato il profilo Canon Log 2 perché grazie a questa curva logaritmica ha potuto disporre di un’ampia gamma dinamica tra le alte e le basse luci, mantenendo il massimo dei dettagli anche nelle zone d’ombra. Questo ha permesso di ottenere il massimo durante la fase di color.

Altro aspetto fondamentale è la capacità di ripresa anche in condizioni di scarsa illuminazione; grazie a una gamma ISO fino a 102.400, EOS C300 Mark II garantisce la massima libertà di ripresa con basso rumore in tutte le situazioni perfino le più difficili. Inoltre, il visore LCD e il Waveform monitor hanno fornito un incredibile supporto per l’esposizione in situazioni di forte contrasto o con il sole a picco. Molto utili anche i filtri ND integrati.

Per completare il documentario e offrire diverse prospettive di ripresa, è stata utilizzata anche la videocamera XC15. Una soluzione leggera con sensore stabilizzato, che permette di girare in 4K, in 4:2:2 e con Canon Log, creando una perfetta combinazione con il profilo Canon Log 2 di EOS C300 Mark II. La possibilità di utilizzare un obiettivo zoom per questa videocamera ha consentito di riprendere al meglio anche le situazioni più imprevedibili.

Grazie alla combinazioni di queste tecnologie, nonostante le circostanze climatiche e ambientali estreme, ho potuto lavorare con grande sicurezza” conclude Eloy Zecca.

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