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Ragusa Foto Festival 2024 – Prendersi una pausa

This is the way it is ©Marco Zanta

This is the way it is ©Marco Zanta

Opening a Ragusa Ibla da venerdì 30 agosto a domenica 1 settembre: tre giorni di seminari, workshop, letture, premiazioni e talk che accompagnano l’apertura delle 15 esposizioni dislocate per un mese in alcune location dell’antico quartiere barocco per promuovere, attraverso la fotografia, una riflessione su una tematica più che mai attuale.


In Sicilia, nel quartiere più antico del capoluogo ibleo, dal 30 agosto al 30 settembre 2024 si svolge la dodicesima edizione del Ragusa Foto Festival, prima manifestazione internazionale siciliana dedicata ai diversi linguaggi della fotografia contemporanea e alla valorizzazione dei giovani talenti. Il suggestivo borgo barocco di Ibla, quartiere più antico di Ragusa, patrimonio Unesco, può considerarsi lo scenario ideale per l’edizione 2024 dal titolo ‘Prendersi una pausa’, diretta da Stefania Paxhia, ideatrice e fondatrice, e dal direttore artistico Massimo Siragusa, fotografo e docente IED, con la collaborazione del comitato scientifico e di una rete di partner culturali locali e nazionali.

Il Festival, com’è ormai tradizione, apre con la formula delle giornate inaugurali: tre giorni di seminari, workshop, letture, premiazioni e talk che da venerdì 30 agosto a domenica 1 settembre accompagnano il vernissage delle 15 esposizioni – 13 personali e 2 collettive – ospitate per un mese in 4 location dell’antico quartiere barocco per promuovere, attraverso la fotografia, una riflessione su una tematica più che mai attuale.

In questi anni la tensione continua generata dalla velocità che contraddistingue la modernità è diventata ormai un aspetto significativo della vita contemporanea. E sta determinando una trasformazione profonda nel rapporto sia tra gli esseri umani che tra l’uomo e la natura. Siamo alla perenne ricerca del tempo che sembra sfuggirci. Potersi concedere una pausa non significa restare immobili. Al contrario, una pausa molte volte è il punto discriminante, il momento che dà valore a tutto il resto. “Ogni pausa è cielo in cui mi perdo” scriveva il poeta modicano Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura.

Quest’anno Ragusa Foto Festival parte proprio da questi versi per offrire, grazie alla diversità degli sguardi degli autori selezionati quest’anno, nuovi ‘cieli’ e nuovi orizzonti in cui potersi perdere. 

Tra gli autori in mostra troviamo una selezione di foto di Ferdinando Scianna, primo fotografo italiano a far parte della prestigiosa agenzia Magnum, il cui fil rouge è il momento intimo e universale del dormire. Il progetto a quattro mani di Antonio Biasiucci e Mimmo Paladino, dedicato al gioco della Tombola, ci permette di scoprire l’opera di due grandi autori contemporanei, tra i più interessanti e innovativi, che interpretano il senso di un gioco antico, quello della cabala del nostro tempo. Simona Ghizzoni, artista che centra il suo lavoro sull’autoritratto partendo dalla necessità di un percorso di isolamento, esprime una riflessione sul proprio essere e il desiderio di voler pensare ad un nuovo futuro.

Novità diquesta edizione è la residenza d’artista di Mario Cresci, volta a realizzare un progetto frutto della sua interazione con il territorio e con le cartografie della Sicilia raccolte nella prestigiosa Collezione della Fondazione ‘Cesare e Doris Zipelli’ della Banca Agricola Popolare di Ragusa, testimonianza della lettura geopolitica dell’Isola tra il Cinquecento e l’Ottocento.

Oltre al progetto di Mario Cresci, la Sicilia è protagonista con altri due lavori inediti. Il primo è “Sicilia” il progetto di Loredana Nemes voluto da Fondazione Sylva,appena finito di realizzare, sul legame tra gli alberi e l’uomo. L’artista, in una serie di dittici, celebra l’importanza della relazione che rivestono gli alberi per la nostra vita e del legame che ogni persona ritratta ha instaurato con uno specifico albero. Il secondo progetto che vede la Sicilia protagonista è il lungo lavoro di Umberto Coa, realizzato con il contributo del giornalista Massimiliano Macaluso, che ha documentatola realtà sociale e culturale dell’Isola attraverso la mappatura dei piccoli campi di calcio. Un modo per farci riflettere sul ruolo del gioco del calcio come momento identitario del Paese.

Le immagini inedite di Luca Campigotto, fotografo veneziano che ha fatto del viaggio la sua poetica, ci spingono a riflettere sull’equilibrio precario che si instaura nella relazione tra l’uomo e la natura. Così come la sequenza distopica delle immagini di Marco Zanta, che ci fa vedere un mondo proiettato verso un futuro inquietante eppure apparentemente in perfetto equilibrio. Sono fotografie di spazi animati da azioni sospese.

Uno dei più amati e apprezzati fotografi di scena italiani, Angelo Raffaele Turetta, mette in mostra la storia degli ultimi trent’anni del cinema italiano, osservato con uno sguardo magico e surreale, che rappresenta i momenti di pausa dietro le quinte di tante pellicole di successo italiani e internazionali.

Viola Pantano, giovane artista affermata ed eclettica, ha realizzato, in esclusiva per il Festival, un progetto incentrato sul dialogo tra fotografia e azione performativa. La mostra sarà realizzata per favorire il coinvolgimento diretto degli ospiti che la visiteranno.

Infine, come ulteriore novità della dodicesima edizione, lo spazio espositivo dedicato all’Editoria Indipendente italiana. Una realtà in rapida espansione che si sta affermando per le grandi capacità creative e per la qualità delle proposte editoriali. Saranno presenti oltre 25 Case Editrici italiane che offriranno uno spaccato della loro produzione contemporanea.

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